ISAVV, trent’anni sotto il segno di Munari

«Conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé per tutta la vita, vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare».
Bruno Munari

L’Istituto statale d’Arte di Vittorio Veneto, nel ventesimo anniversario della sua fondazione, ha intitolato la scuola a Bruno Munari e indetto un concorso per il logo.
Questo il progetto che ha vinto, firmato da Tiziana Cherubin.
Sono passati dieci anni e il logo non perde la sua efficacia, essendo ispirato al lavoro di Munari non poteva essere diversamente!

Per l’occasione era stata anche organizzata un’interessante giornata di studio al Teatro da Ponte conclusa poi con la festa nella sede di Via Maschietto.
Al convegno si sono alternati sui diversi temi: Silvana Sperati, animatore culturale, Associazione Bruno Munari; Marco Meneguzzo, docente Accademia di Belle arti Brera di Milano, critico e storico dell’arte; Carlo Branzaglia, docente Accademia di Belle Arti di Bologna, direttore della rivista Artlab; Beppe Finessi, ricercatore al Politecnico di Milano, redattore della rivista Abitare; Marzia Corraini, editore; Giancarlo Baccoli, sovrintendente artistico Centro Arte Contemporanea di Cavalese.
In apertura Mario Piazza (AIAP), quale presidente della giuria per la scelta del nuovo marchio-logotipo della scuola, ha reso noto l’esito dei lavori della giuria “Ho scelto di motivare i progetti vincitori ricercando nell’opera di Bruno Munari dei brani a mio avviso significativi e pertinenti”.
Il progetto realizzato da Tiziana Cherubin è risultato vincitore con la seguente motivazione:
I retini tipografici sono di vario genere: a punti rotondi, quadrati, a distanze e misure diverse tra punto e punto. Se si prendono due retini a punti quadrati un poco staccati tra loro, che siano stampati in nero su di un foglio trasparente e proviamo a sovrapporli e a ruotarli appena di un grado, vedremo sorgere delle immagini che prima non si vedevano, a forma simmetrica, come fiori visti dall’alto o come decorazioni arabe. “Il moirè” da Arte come mestiere, pg.188, 1966

Mario Piazza (AIAP) premia Tiziana Cherubin

Una grande soddisfazione e una bella occasione per approfondire e confrontarsi con una delle figure più interessanti ed eclettiche del ‘900 ancora oggi esempio e ispirazione per creativi e designer.

L'invito del 20º anniversario, Omaggio a Bruno Munari, da "Alla faccia", Bruno Munari 1992, Edizioni Corraini e nella foto Bruno Munari nel suo studio, courtesy Alberto Munari

L’iniziativa è stata patrocinata dall’Associazione Bruno Munari, presieduta dal figlio Alberto Munari, dall’AIAP (Associazione italiana progettazione per la comunicazione visiva), dall’ADI (Associazione per il Disegno Industriale), dalla Provincia di Treviso, dalle Città di Vittorio Veneto e Conegliano e realizzata in collaborazione con Fondazione Cassamarca, Unindustria Treviso, INKEMODO divisione comunicazione e design di E-Tree S.p.A., Libreria dei ragazzi “Il Treno di Bogotà”. Hanno coordinato e curato la giornata di studio: Maurizio Armellin e Federico Bernardi.
Qui il comunicato stampa della scuola.

Maurizio Armellin, Tiziana Cherubin e Carlo Branzaglia alla festa per il 20° anniversario

Quest’anno la scuola festeggia 30 anni, nel frattempo è diventata un Liceo. Anche Manuela Cherubin ha frequentato l’Istituto d’Arte, proprio nella prima classe di pionieri che han lavorato con pochi mezzi ma grandissima passione, cominciando una strada poi percorsa da molti altri.

Sia Manuela che Tiziana lavorano da diverso tempo con l’Agenzia Cima, e ricordano con grande affetto gli anni delle superiori: “Auguriamo agli studenti di oggi, anche in percorsi di studio strutturati in modo diverso, la stessa passione e lo stesso entusiasmo che ha caratterizzato i primi anni della scuola e che ancora accende lo sguardo di chi si ritrova a ricordare i pomeriggi nei laboratori, la voglia di sperimentare, il gusto di scoprire tecniche e strumenti, il dialogo e il confronto con gli insegnanti e fra studenti.
L’Istituto d’Arte era una scuola vivace, apparentemente caotica, sempre in movimento… Non una scuola chiusa ma che amava comunicare. Per chi l’ha frequentata un’esperienza ancora viva e stimolante.”

(Aggiornamento del 22 luglio) A dimostrazione di questo la bella serata di sabato scorso, organizzata da un gruppo di ex studenti, per brindare ai trent’anni della fondazione della scuola. Nell’occasione è stato presentato un concorso di idee promosso con l’intento di creare un ponte ideale fra gli ex studenti ISAVV e i futuri liceali. Con la maturità 2014, in tutta Italia, si è infatti conclusa la lunga e preziosa storia degli Istituti d’Arte e del loro forte legame alle tradizioni del territorio.

Manuela e Tiziana Cherubin alla festa per i 30 anni dell'ISAVV

Questa la relazione sul progetto del logo presentata al concorso:

Per Bruno Munari arte e gioco sono in stretta relazione, amava sperimentare con vari materiali e trovava spunti interessanti anche dalle cose più semplici. Ci ha insegnato a progettare partendo da forme elementari, smontare e rimontare, osservando le cose con curiosità e fantasia.

Per la realizzazione di questo logo sono partita da uno dei suoi tanti esperimenti: l’effetto moiré ottenuto sovrapponendo i retini tipografici. L’uso dei retini non va ricondotto alla tipografia, ma è un semplice gioco con forme modulari che combinate insieme danno vita a nuovi e inaspettati motivi.

Non a caso, tra le tante composizioni geometriche, ho scelto di evidenziare un elemento naturalistico (simile ad alcuni suoi esempi) che richiama proprio il mondo della natura, materia prima di molti studi sperimentali (proposti da Munari, ma che ritroviamo anche in tante cartelline degli studenti) e fonte di ispirazione per qualsiasi tipo di progettazione, sia per i sette indirizzi di studio che per altri eventualmente aggiunti in futuro.

Nella scelta dei colori, pur usando un primario e un secondario, ho volutamente evitato l’abbinamento di complementari (non è la teoria del colore che volevo richiamare).  Ho scelto due colori “vicini” in modo che la trama venga percepita come un insieme vivace, solo apparentemente caotico, dove invece forme rigorose (un quadrato formato da quadrati e ruotato di 60 gradi) danno origine a un fiore stilizzato, evidenziato in nero come il nome “Bruno Munari”, a rappresentare la creatività giocosa e dinamica dell’Istituto.

In basso 2 varianti con testi ruotati e traslati.

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